Il portacolori di Mach 3 Sport continua sulla strada della crescita portando al nono posto la Mitsubishi Lancer con al suo fianco il polesano Michele Barison.
Su strade che hanno scritto pagine memorabili della tradizione rallystica mondiale Giovanni Aloisi entra nella top ten tra le vetture di produzione siglando l’ennesima prestazione convincente.
Alla guida di una Mitsubishi Lancer Evo VIII, in configurazione gruppo N, il pilota di Mach 3 Sport ha chiuso con un meritato nono posto di classe N4 rendendosi autore di una gara particolarmente concreta.
Teatro della sfida è stata la settima edizione dell’ex Ronde della Val d’Orcia che quest’anno ha indossato per la prima volta i panni del Rally Day ed ha saputo mettere in scena uno spettacolo degno della sua recente storia.
Due le prove speciali in programma, Radicofani e San Casciano dei Bagni, da ripetere per tre volte ciascuna e nomi altisonanti, che non necessitano di presentazioni, quali l’eterno Bentivogli e lo sloveno Peljhan a comandare un gruppo di agguerriti avversari.
Vista la poca esperienza sui fondi a scarsa aderenza il portacolori della scuderia patavina è partito abbastanza abbottonato per cercare di portare a termine il lungo lavoro di messa a punto iniziato nel precedente appuntamento della serie Raceday.
Il secondo passaggio vedeva Aloisi, affiancato come di consueto dal polesano Michele Barison alle note, incrementare sensibilmente il passo avvicinandosi sempre più alla top ten.
Con il classico colpo di reni nell’ultima tornata il driver di Castelfranco Veneto riusciva a conquistare la nona posizione della classe N4 concludendo nel migliore dei modi un weekend positivo che ha contribuito ad accrescere ulteriormente l’esperienza sullo sterrato.
Lo stesso Aloisi infatti si è dichiarato soddisfatto per il lavoro svolto con particolare attenzione per quanto riguarda il setup della Lancer che gli si cuce sempre più addosso.
“Di ritorno dal Val d’Orcia il bilancio è ampiamente positivo” – racconta Bonfadini (Presidente Mach 3 Sport) – “perchè se mettiamo assieme tre fattori fondamentali quali la scarsa esperienza di Giovanni sullo sterrato, la presenza di autentici leoni come Bentivogli e Peljhan e la tecnicità del tracciato su cui si è articolato l’evento dire che siamo soddisfatti è semplicemente d’obbligo. Dopo un Nido dell’Aquila un po’ travagliato per via della ricerca ottimale del setup qui al Val d’Orcia le cose sono andate decisamente meglio e il ritmo di gara messo in campo da Giovanni ci ha dimostrato che siamo sulla strada giusta. Ora non ci resta che continuare a mantenere la direzione intrapresa perchè siamo certi che al prossimo appuntamento del Raceday saremo in grado di compiere un ulteriore scalino di crescita di competitività”.