Il divorzio tra Lauda e Ferrari nel 1977

Testo di Massimo Campi – Immagini © Raul Zacchè/Actualfoto
Gran Premio d’Italia 1977, Niki Lauda è Campione del Mondo, dopo un anno dal clamoroso ritorno nell’abitacolo della rossa, dopo il tremendo incidente del Nurburgring, il campione austriaco conquista il suo secondo titolo mondiale. Sembra il bellissimo finale di una storia che ha tenuto molti sul filo del rasoio, invece la parola fine si scriverà pochi giorni dopo, quando il campione austriaco annuncia il divorzio dalla rossa. È la fine di un’epoca, la fine di un matrimonio che poteva dare ancora tante soddisfazioni, ma tra Niki Lauda ed Enzo Ferrari la frattura era già successa da alcuni mesi, da quando il Drake aveva deciso di sostituire il suo pilota numero 1.
E’ il 15 settembre del 1977, quando in una sala dell’hotel Holiday Inn di Roma, Niki Lauda annuncia in una conferenza stampa il suo passaggio alla Brabham-Alfa Romeo. E’ l’epilogo di una vicenda che ha tenuto banco per molti mesi e che rappresenta un capitolo importante nella storia della F.1.
Il rogo del Nurburgring diventa il punto di svolta tra la Ferrari e Lauda. Il pilota campione del mondo diventa sempre più importante e nella mente di Enzo Ferrari inizia una sorta di fastidio verso quel pilota che sta diventando sempre più famoso rispetto alle vetture del cavallino.
Dopo il Nurburgring ci sono alcuni piloti pronti ad entrare nell’abitacolo della rossa, ma uno in particolare non è gradito a Lauda, ovvero Ronnie Peterson, il pilota svedese che anche l’austriaco teme. Peterson è da tutti considerato un campione velocissimo e senza nessun compromesso, veloce ed estremamente redditizio, insomma una vera spina nel fianco per Lauda. Infine arriva Reutemann, veloce, ma non così temibile come lo svedese.
Lauda si presenta al via a Monza 1976, con le ferite ancora aperte, ma pronto a difendere il suo titolo mondiale ed il suo volante della rossa, ma con Enzo Ferrari non c’è più quella atmosfera idilliaca dei giorni vittoriosi. Poi arriva l’epilogo al Fuji 1976, quando Lauda rinuncia a correre sotto la pioggia lasciando il titolo nella mani di James Hunt. Nonostante l’ingegner Forghieri gli proponga di parlare ufficialmente di problema elettrico, l’austriaco si assume tutta la responsabilità di un ritiro che consegna la corona iridata ad Hunt per un solo punto. Una decisione di cui Lauda non si pentirà mai, ritenendo insensato correre su una pista completamente allagata. Una decisione che però scaverà ulteriormente il solco tra il pilota e Ferrari.
La stagione 1977 è quella del riscatto e della conferma, dove l’austriaco troverà tutte le motivazioni del fuoriclasse qual è. Al volante della rossa vince solo tre gare, ma la regolarità nei piazzamenti gli frutterà la sua seconda corona iridata. La vendetta però deve ancora venire. Lauda con la Ferrari ha chiuso e cova il risentimento per la mancanza di fiducia mostrata dal Commendatore.
Il 3 luglio, quando a Digione va in scena il G.P. di Francia, Bernie Ecclestone, boss della Brabham avvicina il ferrarista:” Vieni alla Brabham, sto costruendo una vettura formidabile.” Niki non rifiuta e risponde che ci deve pensare. Dietro ci sono anche tanti soldi: Ecclestone ha già pronto 400 milioni di dollari per il pilota, mentre la Martini e Rossi, l’allora title sponsor della Brabham, porterebbe il budget in favore del team da 700 a un milione di dollari. Ad agosto vengono stilati i primi accordi, intanto “Mister E” incontra anche Calisto Tanzi proprietario della Parmalat, la nota azienda casearia italiana, pronta a sostenere l’operazione offrendo 100 mila dollari in più alla Brabham rispetto alla Martini ed un emolumento più ricco a Niki, lasciandogli libertà di disporre della tuta intera.
Lauda, da buon uomo di affari, riesce a spuntare il massimo dall’operazione, infine emerge la verità al punto che l’offerta di Ferrari diventa quasi ridicola. Si parla di circa 530 milioni di lire per il pilota austriaco, inoltre il quasi due volte campione dice che il vero problema non è di natura economica, bensì legato alla ricerca di stimoli: vuole fare esperienza altrove e con nuovi uomini. La situazione diventa insanabile ed infine l’austriaco è pronto ad abbandonare Maranello verso nuovi lidi.
Finita l’era Lauda, a Maranello sono pronti per nuove avventure. La nuova scommessa si chiama Gilles Villeneuve, non vincerà nessun titolo, come Lauda con la Brabham di Ecclestone, ma conquisterà in cuore degli appassionati. Intanto Enzo Ferrari si consola con un nuovo titolo mondiale, quello del 1979 con Jody Scheckter, ma in molti rimpiangono quelle scelte scellerate verso il campione austriaco che ormai dava fastidio, con la sua fama, al Drake di Maranello. La ferita tra Ferrari e Lauda si rimarginerà solo dopo qualche anno, casualmente durante dei test ad Imola nel 1982, Niki si trovò di fronte Ferrari, in riva al Santerno ci fu dapprima uno scambio di battute sulle rispettive famiglie e poi l’affondo “scherzoso” del Drake:” Se fossi rimasto alla Ferrari, avresti eguagliato il record di Fangio.” Quello dei cinque mondiali vinti. Una stoccata, che forse nasconde il rammarico per non aver allungato una probabile striscia di trionfi con un campione stimato.