Jaguar E-Type, la sportiva del giaguaro


Nel 1961 debutta la Jaguar E-Type – di Massimo Campi
Il debutto della nuova sportiva Jaguar avviene il 16 marzo 1961 al Salone di Ginevra, con il pubblico che accorre per vedere la coupè inglese. E’ una vettura bassa e slanciata, con un cofano immenso anteriore e diventerà ben presto una delle vetture più iconiche della storia.
La Jaguar E-Type, che verrà prodotta nello stabilimento di Coventry, per quei tempi era un’auto davvero molto avanzata. Tra le principali innovazioni ci sono quattro freni a disco, struttura monoscocca e sospensioni posteriori indipendenti, caratteristiche avanzatissime per le vetture sportive dell’epoca.
La caratteristica che più colpisce il pubblico è la sua linea, affusolata, sinuosa e seducente, disegnata dal “mago dell’aerodinamica” Malcolm Sayer, impossibile non restare affascinati dalla carrozzeria che sarà anche un elemento molto importante per il raggiungimento della notevole velocità massima dichiarata: 150 miglia all’ora, pari a 240 km/h.
Sotto il cofano c’è il sei cilindri in linea di 3,8 litri già montato sulla XK 150 S, con doppio albero a camme in testa, alimentato da tre carburatori SU HD8 e capace di ben 265cv. La sportiva inglese è studiata per avere un brillante comportamento su strada. A Coventry hanno studiato un nuovo sistema di sospensioni posteriori indipendenti, dotate di quattro ammortizzatori e di freni posteriori entrobordo posizionati all’uscita del differenziale posteriore, in modo da ridurre le masse non sospese. Lo sterzo, a cremagliera, si rivela subito un altro elemento importante: grazie al basso rapporto di demoltiplicazione e allo sforzo, ridotto, per l’azionamento. Le nuove soluzioni forniscono alla E-Type una grande efficacia dinamica, con un temperamento, impegnativo, da auto da corsa. non certo compassato e gentile ma impegnativo, da auto da corsa. Al debutto, la nuova Jaguar è disponibile in due varianti di carrozzeria, convertibile (detta OTS – Open Two Seater) e coupè (detta FHC – Fixed Head Coupe).

Una volta messa in strada il pubblico subito apprezza le grandi doti sportive, ma c’è anche qualche neo ancora da mettere a punto. La critiche arrivano dal poco indovinato cambio Moss a quattro rapporti, con la prima non sincronizzata, insieme alla scarsa resistenza dei freni durante la guida sportiva e alla poca capacità dei sedili nel trattenere il corpo del guidatore in curva.
Dopo essere stata una delle regine del Salone di Ginevra, la consacrazione arriva al salone di New York del 1° aprile dello stesso anno, dove la nuova Jaguar riscuote un grandissimo successo, specialmente nella versione scoperta. Le vendite vanno a gonfie vele, e nel 1965 arriva una nuova versione con il sei cilindri portato a 4,2 litri accoppiato ad un nuovo cambio Jaguar a quattro rapporti tutti sincronizzati. Cambiano anche i sedili, con un modello più ergonomico, contenitivo e ribaltabile. Diverso anche il design della plancia dove sparisce il rivestimento in alluminio per lasciare spazio a un nuovo set di interruttori e alla pelle.
Compare in listino anche un nuovo modello 2+2, con un passo maggiorato ed un padiglione più alto, per potere ospitare i due passeggeri in più. Tra gli optional anche un cambio automatico, a tre rapporti, costruito dalla Borg Warner.
il 1° gennaio 1968 vengono introdotte nuove normative in USA per contenimento delle emissioni e della sicurezza per gli occupanti e la Jaguar modifica prontamente il suo modello per il mercato americano. Spariscono le carenature dei fari, vengono modificati gli interruttori della plancia e, cosa più importante, venne modificato pesantemente il motore per le auto destinate al mercato americano: i tre carburatori SU lasciarono spazio a una più modesta coppia di carburatori Strombergs e la potenza viene ridotta a soli 175 cv solo per le vetture spedite oltre oceano.
Nuovi aggiornamenti seguono nel 1969 con la Series 2, proposta da subito nelle versioni OTS, FHC e 2+2. Cambiano diversi particolari estetici, con paraurti più grossi, fanali posteriori più ampi e posti sotto il paraurti anziché sopra ed una presa d’aria maggiorata per migliorare il raffreddamento. Migliorie anche sotto la carrozzeria con un impianto frenante potenziato, un migliore sistema di raffreddamento munito di due ventole, il volante ha il piantone collassabile ed i nuovi sedili sono muniti di poggiatesta. Tra i nuovi optional, il servosterzo e l’aria condizionata.
La terza serie arriva nel 1971, anche per far fronte alle scarse prestazioni garantite dal sei cilindri destinato agli USA. La Series 3, l’ultima versione della E-Type, è dotata di un motore a 12 cilindri a V, con una cilindrata di 5.3 litri interamente in lega leggera.
Il nuovo 12 cilindri nasce dall’accoppiamento di due sei cilindri in linea, disposti a V e con un angolo di 60° con una potenza di ben 272 cv a 5.850 giri. Sparisce dal listino la versione FHC lasciando spazio solamente alla OTS e alla 2+2. Aumenta ulteriormente il passo e la nuova E-Type ha anche sospensioni modificate con carreggiate più ampie, freni con dischi anteriori autoventilanti, servosterzo di serie e di pneumatici più larghi. Il cambio automatico, sempre a tre rapporti, rimane nella lista degli optional.
Dal punto di vista estetico, le modifiche introdotte cambiano ulteriormente la linea della E-Type. I paraurti sono nuovamente sostituiti, la presa d’aria frontale è dotata di una grossa griglia cromata e vengono modificati anche i passaruota.
All’interno il tradizionale volante in legno lascia il posto a uno in pelle e il tunnel centrale viene rivestito con la plastica.
Grazie al nuovo motore migliorano le prestazioni della sportiva Jaguar che vanta uno scatto da 0 a 60 mph in meno di 7″, ma a Coventry scelgono di stravolgere il carattere della E-Type che, da quello guizzante e impegnativo di una vera sportiva diventa più flemmatico simile ad una più normale granturismo. Tra le E-Type prodotte ci sono anche delle vetture speciali: Lightweight e Low Drag Coupè, entrambe realizzate come vetture da competizione.
La produzione finisce nel 1974, dopo oltre 72.000 E-Type prodotte, la maggioranza per il mercato americano. Le ultime 50 vetture a uscire dalla fabbrica sono tutte delle convertibili, con carrozzeria nera e dotate di una speciale placca commemorativa.

Immagini © Raul Zacchè/Actualfoto