Le Porsche che non ti aspetti: più fuoristrada che 911

Suissemotorsport di Maurizio Quarta

Nell’immaginario collettivo Porsche è sinonimo di velocità e di gare su pista (ricordiamo la recente vittoria a sorpresa nella gara del Blanpain sul circuito di Monza) e, dovendo citare un modello specifico, soprattutto di 911.

L’introduzione della Cayenne nel 2002 e quella della Macan nel 2013, hanno rappresentato una significativa discontinuità (relativa) con la tradizione della casa di Stoccarda, per molti versi simile a quella recentemente realizzata, con grande successo, da Lamborghini con il suo Urus.
I numeri in Italia (terzo mercato europeo per Porsche) hanno dato pienamente ragione alle strategie di Porsche: nel 2017 infatti, su circa 5.500 vetture totali, Macan ha da sola contribuito con oltre 2.500 unità vendute.
Anche a livello globale, c’è stato un rilevante spostamente delle vendite verso il comparto SUV: nel 2018, su oltre 250.000 auto vendute nel mondo, circa un terzo erano Macan e poco più di un quarto Cayenne.

In questo quadro strategico e di mercato, ben si inserisce l’evento fuoristrada ideato e creato da Centro Porsche Varese, Concessionaria unica e ufficiale della provincia di Varese, in partnership con Porsche Motorsport presso il Crossodromo Ciglione della Malpensa “Vincenzo Agusta”.

Obiettivo dell’evento, ispirato ai principi del marketing esperienziale: far conoscere e apprezzare le qualità off road delle Porsche più vendute, su un percorso normalmente utilizzato per le gare di motocross per cui è omologato da Federmoto e dalla FIM. Evento dedicato sia a chi è già cliente Porsche, ma anche a chi, non ancora cliente, ha un interesse per vetture capaci di garantire prestazioni e comfort di marcia sia su strada che in fuoristrada.
Si tratta di un percorso particolarmente impegnativo e divertente per delle 4 ruote motrici, con salite e discese di elevata pendenza e contenuto tecnico, diversi salti, tra cui uno doppio di 32 metri, alcune curve davvero spettacolari, con pendenze fino al 60% e twist tipici del fuoristrada. In totale oltre 1.700 metri di sviluppo, su cui, per l’occasione, sono stati ricavati due tracciati differenti.
A rendere maggiormente viva e coinvolgente l’esperienza ha contribuito un gruppo di validissimi istruttori del mondo Porsche, che fatto da coach a tutti i conduttori impegnati sui due tracciati ricavati all’interno del Ciglione, fornendo indicazioni dettagliate sulle modalità di guida nei diversi tratti della pista, arricchendole con le descrizioni tecniche più opportune per far capire ai conduttori le caratteristiche della vettura che entrano di volta in volta in gioco. Il tutto per offrire non solo un’esperienza fatta di emozioni, come ad esempio quando si lascia andare la vettura in tratti di discesa particolarmente ripidi, ma anche una fruizione consapevole del patrimonio tecnico e tecnologico a disposizione.
Le vetture erano in configurazione standard senza alcun tipo di modifica e adattamento off-road, e con pneumatici estivi, al fine di evidenziare e far apprezzare ai guidatori il loro potenziale.

Il tutto per oltre 150 prove di guida susseguitesi a getto continuo nell’arco della giornata, con grande soddisfazione, e per qualcuno anche emozione, da parte di tutti i conduttori di giornata.
Quasi meravigliato dall’impatto generato e dal successo ottenuto anche Andrea Prodissi, Direttore Generale delle concessionaria di Varese. Le modalità organizzative e il dispiegamento di forze messo in campo, hanno fatto quasi più pensare ad un evento organizzato dal gruppo Porsche, più che da un suo concessionario, per quanto bravo e qualificato, fatto non banale dato che molti eventi a livello locale spesso non riescono a togliersi di dosso quella patina di provincialismo che ne limita l’effetto comunicazionale. Il merito va sicuramente ascritto a chi ha pensato e “disegnato” l’evento, ragionando in un’ottica di brand e non solo di concessionaria.

Da ultimo, le impressioni di guida.
Una su tutte: assoluta facilità di conduzione e gestione del veicolo anche nelle situazioni più estreme, vissuta in un abitacolo di altissima gamma, comodo e rifinito fin nei minimi dettagli, grazie anche ad un utilizzo intensivo dell’elettronica.
Forse anche fin troppo facile: arresto della vettura su pendio con pendenza del 60%; la vettura resta immobile e assolutamente stabile, tanto che con il coach ci scambiamo traquillamente commenti sul suo comportamento; lieve tocco di acceleratore e la vettura riparte senza il minimo sforzo e con la massima tranquillità. I puristi dell’off road, che magari hanno ancora in mente gli storici fuoristrada con cambio manuale e con le ridotte, molto probabilmente storcerebbero il naso …

Semplice anche adeguare il setup della vettura al fondo, scegliendo da un menu che contempla praticamente tutte le ipotesi possibili (ghiaia, sassi, fango, sabbia,…): fa una certa impressione sentire la vettura che adegua automaticamente l’altezza da terra.

Suggestivo e impressionante il sistema di controllo della discesa: del tutto simile, nella sua logica di funzionamento, ai sistemi di cruise control che ormai quasi tutti conoscono, con la sola differenza che in Porsche lavora su pendenze estreme e con una vettura, la Cayenne, che pesa ben oltre i due quintali.
Nel fuoristrada estremo, la visibilità è un fattore critico: infatti, arrivando in cima ad una salita molto ripida, tutto quello che si riesce a vedere è solo l’azzurro del cielo. Come impostare la successiva discesa, magari anch’essa assai ripida, senza avere la benchè minima visione di quanto ci aspetta oltre il crinale? Grazie ad un sistema di telecamere che proietta all’interno della vettura tutte le informazioni visive del caso. Non solo: esiste anche la possibilità di vedere la vettura dall’alto per identificare ostacoli non altrimenti visibili.

Alla fine non sembra nemmeno di essere su un percorso off road …