Roma elettrizzata dalla FE nel segno di Jaguar


Di Maria Grazia De Angelis e Maurizio Quarta

Dopo il successo dello scorso anno, Roma ha concesso il bis ed è diventata per tre giorni palcoscenico mondiale della mobilità elettrica, dando ospitalità alle competizioni della FE, e delle altre serie di contorno, e alle riflessioni legate alla governance sostenibile delle città.

Ad aprire le danze, nella cornice della splendida terrazza Caffarelli in Campidoglio, l’incontro con la Sindaca di Roma Virginia Raggi, organizzato dal team Envision Virgin Racing; le sue parole rendono bene l’idea di cosa voglia dire per Roma la FE: “… non è solo una gara sportiva, è una visione di quello che sarà il futuro della mobilità … ci serve a cominciare pian piano a modificare il nostro modo di avvicinarci all’auto elettrica”.

FIA Smart Cities Forum

La visione e la riflessione “globale” sui temi della mobilità sostenibile sono state sviluppate, come lo scorso anno, in seno al FIA Smart Cities Forum.
Un abbinamento ben studiato e fortemente voluto per evidenziare il ruolo che il motorismo sportivo può avere quale catalizzatore del cambiamento nella mobilità individuale e collettiva, oltre alla classica funzione di laboratorio di sviluppo per le nuove tecnologie da trasferire dalla pista alla strada, obiettivo che molte formule e molti costruttori dichiarano a gran voce, ma che troppo spesso rimane sulla carta.

Il Forum è un grande contenitore in cui autorità locali, esperti internazionali di mobilità, esponenti del mondo industriale e del mondo delle start up si ritrovano per condividere conoscenze ed esperienze di successo legate ai temi della mobilità urbana, per rendere quest’ultima sempre più efficiente, inclusiva e non nemica dell’ambiente.

L’interconnessione tra governance e agonismo emerge subito dalle parole di Alejandro Agag, CEO di FE, “è (dalle grandi città) che nasce la rivoluzione a batterie a cui stiamo assistendo” cui fa eco la prima cittadina di Roma dicendo “attraverso la FE possiamo trasformare l’idea dello sviluppo tecnologico in concreta realtà”.

I vari relatori hanno sottolineato il cambio di paradigma in atto. Secondo Timothy Papandreou – Fondatore di Emerging Transport Advisors: “la convergenza tra i grandi cambiamenti a livello demografico, di preferenze individuali e di tecnologie abilitanti sta facendo sì che il nostro sistema di trasporto stia muovendo da un modello a proprietà privata, spinto da combustibile fossile e guidato manualmente ad uno definito SEA (Shared=Condiviso, Elettrico, Automatizzato) in cui l’individuo paga e usa solo ciò di cui ha bisogno. Il potenziale sarà tremendo: dalla destinazione ad altri scopi degli spazi per il parcheggio, al ridisegno delle strade, all’aumento degli spazi pubblici, alla riduzione di emissioni, rumori e incidenti. Perché ciò avvenga è necessario un coordinamento mai sperimentato prima d’ora tra governi, fornitori di mobilità e comunità di individui.

Collaborazione e condivisione delle informazioni è la parola chiave anche per ACI e per David Zipper Resident Fellow, Urban and Regional Policy, German Marshall Fund, nella cui visione il cosiddetto MaaS (Mobility as a Service) non può prescindere dall’interazione virtuosa tra pubblico e privato: non è questione di direttive europee o di normative, quello che serve è un cambio di mentalità e di approccio.

FE e dintorni

Venendo alla parte agonistica, non si può non ricordare la fotografia che del campionato ci ha fatto Andrea Pontremoli, AD di Dallara che fornisce i telai della FE e che opera anche in F1: “si tratta di un prodotto “povero”, ma molto ben gestito”. In altre parole “un evento sociale con dentro una gara di macchine”.

La conferma del raggiunto prestigio internazionale è confermata dalla presenza di tante case costruttrici: Audi, BMW, DS, Jaguar, Mahindra (presente sin dall’inizio), Nissan, che quest’anno ha sostituito Renault.
Stanno ancora scaldando i motori Mercedes, che ha di recente testato la vettura sulla pista di Varano con Stoffel Vandoorne e Edo Mortara, e Porsche che si avvale della collaborazione di Mark Webber per lo sviluppo della vettura.

“Prodotto povero”, ma ad elevatissimo ritorno sugli investimenti: alla resa dei conti, l’impegno per i costruttori in FE è molto meno oneroso che in altre serie molto più impegnative; a fronte di investimenti ancora contenuti, garantisce poi l’ulteriore vantaggio di poter lavorare su una tecnologia innovativa e all’avanguardia destinata a prendere sempre più consistenti quote di mercato nel futuro anche prossimo.

Per finire, fa piacere poter sottolineare quanta Italia ci sia nell’elettrico da competizione: oltre alla già citata Dallara, ricordiamo infatti il ruolo primario di ENEL, quale fornitore di tecnologia, prodotti e servizi per la ricarica delle FE di nuova generazione. Peraltro, ENEL gioca lo stesso ruolo chiave anche nel campionato mondiale FIM Enel MotoE™ World Cup dedicato alle moto elettriche, partito quest’anno a fianco del Moto GP: anche in questo caso al fianco di un costruttore italiano, Energica Motor Company, scelto come fornitore unico.

Gli ingredienti vincenti:
• si corre esclusivamente su circuiti cittadini, ricavati in contesti particolarmente affascinanti e suggestivi (es. i monumenti razionalisti dell’Eur di Roma o l’area intorno all’Hotel de Invalides a Parigi)
• caso quasi unico nel mondo delle competizioni motoristiche, si tratta di un evento ad altissima intensità da vivere e consumare in una sola giornata.
• dal pubblico viene percepita soprattutto come un contenitore più che una gara: tante famiglie, moltissimi giovani, soprattutto quei millennials che la F1 rischia di perdere, interessati soprattutto a partecipare più che a guardare una competizione. Infatti, il pubblico è mediamente poco interessato ai piloti (nomi in generale poco noti al grande pubblico, tranne qualcuno con esperienze in F1) e molto poco informato sugli stessi e sulle vetture da loro condotte.

La gara

Per la cronaca, tutto esaurito per una giornata di gare emozionanti, partita con pista bagnata (e tanto di bandiera rossa dopo pochi giri a causa di una grande ammucchiata alla curva che precede l’ingresso in pit lane), tutta all’insegna di Jaguar e dei suoi primi successi.
Per la prima volta infatti, la casa del giaguaro è riuscita a salire sul gradino più alto del podio, dopo ben 30 gare, così come il neozelandese Mitch Evans, che in 30 gare aveva ottenuto un solo podio, ha conseguito la prima vittoria della sua carriera in FE, togliendo questa soddisfazione al tedesco Andre Lotterer, anch’egli vergine in fatto di vittorie.

A coronamento dell’eccezionale weekend per la casa del giaguaro, a Roma hanno corso per la prima volta le vetture della sua serie I-Pace eTrophy; ricordiamo che Jaguar era stato il primo produttore di auto premium a prendere parte alla FE nel 2016.

E per finire, sempre a proposito del rapporto virtuoso tra pista e strada, anche quest’anno il circuito romano è stato teatro della spettacolare parata delle vetture della nuova edizione della smart EQ fortwo e-cup, pronte ad affrontare la prima gara a Vallelunga nel weekend del 3-5 maggio.

Foto: Marketing Viessmann, De Angelis/Rent a Journalist