2021 in rosa per Ferrari: Michelle Gatting, ultima regina

Di Maurizio Quarta

Prima in “rosa” al Ferrari Challenge nel Trofeo Pirelli Europa: la danese Michelle Gatting è stata infatti la prima donna a riportare la vittoria nel monomarca targato Maranello.

Passo importante per le donne nel motorsport, ma soprattutto ulteriore progresso in un percorso più vasto e ampio che coinvolge l’intero settore e non solo Ferrari. Ferrari rappresenta la punta di un iceberg sempre più grande ed ha il grande merito di far sempre notizia, facendo accendere i riflettori sul tema della diversity e delle pari opportunità forse troppo “parlato” invece che “agito”.

Michelle Gatting non rappresenta un fortunato caso isolato di cui parlare, ma è il risultato di Iron Dames, progetto in rosa creato da Deborah Meyer che potremmo definire la versione al femminile del team Iron Lynx, anche alla luce della livrea caratterizzata da grandi pennellate di rosa che creano un potente impatto visivo e di messaggio. Deborah Meyer, ambasciatrice Ferrari per le donne nel motorismo sportivo ha corso nel Ferrari Challenge, nel programma FXX e nel campionato GT.

Il progetto ha ottenuto nel 2019 il patrocinio, ben evidenziato spesso sul muso della vettura, della Women in Motorsport Commission (WIM) della FIA.

Primo grande risultato: prima line-up femminile nella storia alla 24 Ore di Le Mans su una Ferrari.

Nel corso del 2021, Ferrari si era tinta di rosa in occasione del programma interamente al femminile lanciato nell’ambito della Ferrari Driver Academy (FDA), che, attraverso un lungo e articolato processo di selezione (con criteri esattamente identici a quelli utilizzati per i piloti maschi) partito dalle indicazioni fornite alla FIA dalle 145 autorità automobilistiche nazionali ad essa affiliate in tutto il mondo, ha identificato, nello scorso mese di febbraio, 20 ragazze, da cui è stata selezionata la rosa delle quattro finaliste che ha infine portato alla scelta della sedicenne Maya Weug, nata in Spagna da madre belga e papà olandese.

Ricordiamo che il tutto parte dal programma FIA Girls on Track – Rising Stars, creato dalla Women in Motor Sport Commission (WIM) della Federazione Internazionale dell’Automobile (FIA) con l’obiettivo di identificare, in tutto il mondo, talenti femminili di età compresa tra i 12 e 16 anni per aiutarli e sostenerli in un percorso di crescita e maturazione personale e agonistica fino anche alle categorie top del motorismo sportivo.

La citata Women in Motorsport Commission (WIM) nasce nel 2009, sin dall’inizio presieduta dalla grande pilota francese Michèle Mouton. L’obiettivo non è, come qualcuno ha già cominciato a scrivere sui social “avere una donna pilota ogni tre uomini”, bensì garantire alle donne di talento le stesse opportunità che si aprono al sesso opposto: ad oggi infatti, l’accesso alle categorie top del motosport sembra molto difficile e complicato e anche le poche che ci riescono difficilmente trovano sbocco in un top team.

E per restare in ambito Ferrari, va ricordato anche Richard Mille, fondatore della maison di orologeria omonima, che ha recentemente stipulato un accordo pluriennale di partnership in base al quale l’”orologiaio” di alta gamma sarà sponsor e licenziatario del Cavallino Rampante, apparendo sulle monoposto della squadra e sui caschi dei piloti di F1, ma sostenendo anche  altre attività di Ferrari (es. GT, Challenge, FDA, Esport Series).

Richard Mille da tempo, nel suo ruolo di Presidente della Fia Endurance Commission, si è dato la missione di rendere il motorsport sempre più femminile, promuovendo l’impiego di donne in tutti i suoi ruoli, operativi, come piloti e come manager.

Con un team tutto femminile, ha portato in pista a Le Mans, nel campionato LMP2,  un telaio  ORECA 07 con un motore  Gibson da 600 hp, capace di arrivare 9° di classe e 13ma assoluta.

Foto Suissemotorsport  Maurizio Quarta– copyright ©