Formula E: grande prima a Roma sulle strade dell’EUR

Di Maria Grazia De Angelis e Maurizio Quarta

Nelle dichiarazioni programmatiche di Jean Todt, Presidente della FIA (Federazione Internazionale dell’Automobile) la Formula E è un “campionato visionario, in cui hanno spazio le auto da competizione che verranno, non tra due anni, ma nei prossimi 20 anni. Un vero e proprio laboratorio per il motorismo sportivo”.
Motorismo sportivo che ha finalmente fatto la sua apparizione sulle strade di Roma: tramontato il progetto di portare la F1 nella capitale, sono arrivate le vetture elettriche della Formula E.

L’evento romano ha in qualche modo rappresentato la consacrazione definitiva nel novero degli appuntamenti top della stagione motoristica internazionale di quella che possiamo considerare una vera e propria start up motoristica, partita ufficialmente nel 2014 con un campionato di fatto monomarca composto da vetture Spark con telaio Dallara e motore McLaren. A conferma del raggiunto prestigio, la presenza oggi di tante case costruttrici: Audi, BMW, DS, Jaguar, Mahindra (presente sin dall’inizio), Renault (che l’anno prossimo darà spazio a Nissan) più Mercedes che i rumor danno presente a partire dal prossimo anno. Sempre però con l’italiana Dallara quale fornitore di tutti i telai in fibra di carbonio.

Andrea Pontremoli, AD della casa italiana che fornisce anche la F1, così commentava in una recente intervista: “ Al di là dei grandi risultati finanziari ottenuti, la filosofia e l’impostazione di Bernie Ecclestone hanno finito per allontanare molti fan dalla F1. E’ soprattutto un problema di marketing; prendiamo l’esempio della Formula E: si tratta di un prodotto “povero”, ma molto ben gestito”. In altre parole “un evento sociale con dentro una gara di macchine”.

“Prodotto povero”, ma ad elevatissimo ritorno sugli investimenti: alla resa dei conti, l’impegno per i costruttori in FE è molto meno oneroso che in altre serie molto più impegnative; a fronte di investimenti ancora contenuti, garantisce poi l’ulteriore vantaggio di poter lavorare su una tecnologia innovativa e all’avanguardia destinata a prendere sempre più consistenti quote di mercato nel futuro anche prossimo (VW ad esempio ha già annunciato 50 modelli di vetture elettriche pure entro il 2025, che diventeranno 300 nel 2030).

Sicuramente ha pesato l’impegno diretto di Jean Todt con tutto il suo portato di conoscenze, relazioni e visione manageriale, oltre che il suo ruolo di “inviato speciale” delle Nazioni Unite.
Giudicare però le competizioni elettriche facendo riferimento alla F1 è sbagliato e fuorviante: difficile immaginare che tali vetture, pur con tutte le evoluzioni prestazionali previste a partire dal prossimo anno, possano dare le stesse sensazioni (rumore, senso della velocità e impressione di potenza) che chi scrive ha provato di persona stando in pista a Montecarlo, ad esempio all’uscita delle curve delle piscine o all’ingresso a Sainte Devote.
La Formula E è altra cosa: si corre esclusivamente su circuiti cittadini, ricavati in contesti particolarmente affascinanti e suggestivi (es. i monumenti razionalisti dell’Eur di Roma o l’area intorno all’Hotel de Invalides a Parigi) e, caso quasi unico nel mondo delle competizioni motoristiche, si tratta di un evento ad altissima intensità da vivere e consumare in una sola giornata.

Dal pubblico viene percepita soprattutto come un contenitore più che una gara: tante famiglie, moltissimi giovani, soprattutto quei millennials che la F1 rischia di perdere, interessati soprattutto a partecipare più che a guardare una competizione. Infatti, il pubblico è mediamente poco interessato ai piloti (nomi in generale poco noti al grande pubblico, tranne qualcuno con esperienze in F1) e molto poco informato sugli stessi e sulle vetture da loro condotte.

Nonostante tanto scetticismo iniziale, sia da parte dei romani per gli evidenti e innegabili disagi legati al blocco del traffico in una zona nevralgica come l’Eur, sia da parte dei puristi dell’automobilismo sportivo che vedono nell’elettrico una sorta di tradimento della “purezza” delle corse, l’evento ha registrato un gradimento altissimo, grazie anche al trampolino mediatico fornito dalla benedizione papale del mercoledì precedente la gara: biglietti esauriti con grande anticipo; circa 35.000 spettatori in pista e poco più di un milione in TV.

La pista, tra le più lunghe del mondiale, ha riscosso grandi consensi tra piloti e tecnici: difficile e impegnativa, con alcuni punti particolarmente interessanti, come ad esempio il tornantino al termine del rettilineo di partenza.
Tantissimi anche gli ospiti di richiamo visti sulla pre-griglia di partenza: dai vertici del motorismo sportivo nazionale e internazionale (il Presidente di ACI Sticchi Damiani, oltre al già citato Jean Todt), il presidente del CONI, Malagò, la sindaca Raggi, Felipe Massa, Flavio Briatore, il Principe Alberto di Monaco.

Una nota sottilmente ironica: come si può ben vedere dalla foto di apertura scattata sulla griglia di partenza, lo start della gara era collocato proprio di fianco ad un tradizionalissimo distributore di carburante, quasi a dire “ciao benzina, ormai è finita” (già prospetticamente vero per il diesel).

Il successo è stato tale che già a fine gara è stata annunciata l’estensione del contratto con Roma per i prossimi 5 anni

Per la cronaca ha vinto Sam Bird, alla guida della DS Virgin Racing. Una curiosità: il team è sponsorizzato, tra gli altri, da Kaspersky, ormai storico sponsor di Ferrari in F1, con cui la collaborazione, iniziata nel 2010 è stata recentemente rinnovata fino al 2021. Kaspersky ha deciso di focalizzare principalmente le proprie attività nel motorsport su F1 e su FE, abbandonando ad esempio il più classico Blancpain.

Per finire, fa piacere poter sottolineare quanta Italia ci sia nell’elettrico da competizione: oltre alla già citata Dallara, ricordiamo infatti il ruolo primario di ENEL, quale fornitore di tecnologia, prodotti e servizi per la ricarica delle FE di nuova generazione. Peraltro, ENEL gioca lo stesso ruolo chiave anche nel campionato mondiale FIM Enel MotoE™ World Cup dedicato alle moto elettriche, che partirà ufficialmente l’anno prossimo a fianco del Moto GP: anche in questo caso al fianco di un costruttore italiano, Energica Motor Company, produttrice di moto elettriche ad elevate prestazioni scelta come costruttore unico per la serie.

Foto Maurizio Quarta