Il pilota di Vasto, terzo nel mondiale nonostante l’infortunio, parla del rapporto con la squadra e della sua maniera di vivere le corse.
Hai superato Dovizioso in classifica e ora sei terzo nel mondiale. Ti senti il primo pilota Ducati?
Difficile rispondere… Andrea [Dovizioso] è in Ducati già da qualche anno e io sono arrivato solo adesso nel team ufficiale. Non credo che nel 2015 si possa ancora parlare di primo o di secondo pilota. Io mi sento parte del gruppo: per me è stato così da sempre in Ducati, come una vera famiglia.
Questa è una stagione di livello altissimo. Chi pensi vincerà il titolo alla fine?
Eh, magari avessi una sfera di cristallo… Io sono abbastanza lontano, una quarantina di punti, ma credo anche che in un Campionato come questo nulla è detto. Faccio fatica a dare un pronostico tra Lorenzo, Valentino, Marquez e Pedrosa. Forse è più facile dall’esterno, ma io sono un pilota e vivo questa situazione in prima persona. Continuo ad affrontare il mondiale alla mia maniera, alla fine tireremo le somme.
Tecnicamente cosa manca alla Ducati per vincere?
Il tempo. Solo quello. Si tratta pur sempre di un progetto nuovo, di appena tre mesi. Eppure siamo già soddisfatti e oltre le nostre aspettative, se consideriamo tutto quello che stiamo facendo.
Fisicamente quanto è duro guidare al top in gara quando sai che non hai il passo dei migliori, ma ci provi lo stesso?
Il nostro è uno sport estremo, e in quanto tale è sempre molto duro. È tra i più difficili, a livello fisico e psicologico. Alla domenica si dà sempre il massimo e non ci si risparmia, anche quando dall’esterno può sembrar così. Al Montmelò ad esempio, è stato impegnativo rimanere tra i primi, a livello di concentrazione e fatica.
Hai fatto delle grandi gare con nonostante l’infortunio alla spalla. Cosa avresti potuto fare se fossi stato al 100% ?
Ci ho pensato, ma non me lo sono chiesto più di tanto. Ho dovuto fare i conti con quel che avevo: la mia condizione (che ancora sto recuperando) non poteva cambiare da un momento o da un giorno all’altro. Bisognerà stringere i denti fino alla pausa, dopo sicuramente tornerò come se nulla fosse accaduto. Senza l’infortunio sarei stato più tranquillo e spensierato, avrei cercato di attaccare un po’ di più e non pensare a preservare qualcosa per poter arrivare alla fine.
La tua gara più bella finora?
Sicuramente quella del Gran Premio d’Italia, insieme a quella della Qatar, bella e difficile allo stesso tempo. Però il podio al Mugello è valso quanto una vittoria: soprattutto esser il primo degli italiani, contro un Valentino così in forma e così forte. Poi se ci metti che eravamo davanti al nostro pubblico, e per di più in quelle condizioni, il risultato è stato ancor più incredibile. Ora guardo alle prossime piste con ansia, mi piacciono veramente tutte.
Fonte: motogp.com