Al via Will Power brucia il compagno di squadra Montoya e si porta in testa, seguito dal Colombiano e dal rookie Carlos Munoz, che sugli ovali riesce sempre a farsi notare. Dietro il trio di testa ci sono anche Ryan-Hunter-Reay e Takuma Sato, eliminati però nelle fasi iniziali della gara a causa di un problema tecnico. Chi però si fa notare più di tutti nei primi giri è Tony Kanaan, che sembra guidare una macchina di un’altra categoria. Mentre Montoya e Power litigano per la prima posizione, il veterano brasiliano risale e al giro 50 su 200 li passa tutti e due.
Per i successivi 100 giri nessuno ha spunti particolarmente brillanti e, complice l’assenza di cautions, la situazione rimane pressochè invariata finchè Graham Rahal, al giro 159, va in testacoda forse per la rottura di una sospensione, e fa uscire la pace car che, diciamolo, serviva per smuovere un po’ la situazione (non ce ne voglia Rahal). Kanaan che nel frattempo aveva perso la testa della gara per un pitstop non felicissimo, a vantaggio di Power e Montoya, adotta la coraggiosa strategia di fare l’ultimo rifornimento per poi provare ad andare fino alla fine.
Alla ripartenza, Montoya dopo una breve schermaglia con Power, si mette al comando, con Power che si vede costretto a difendere anche la seconda posizione dall’altro suo compagno, Helio Castroneves. Qui, Power farà la classica cavolata che contraddistingue le sue gare quasi quanto un incidente all’ultimo giro contraddistingue le gare di Takuma Sato: nel corso della lotta con Castroneves, una chiusura un po’ troppo audace nei confronti del compagno fa “guadagnare” a Power un bel drive through che compromette la sua gara.
Intanto, il povero Kanaan fallisce nel suo tentativo di risparmiare benzina, e si trova costretto a regalare il successo a Montoya, seguito da Castroneves e Munoz. Terminerà undicesimo, anche dietro a Will Power, decimo.
Brida Marco