Monza Rally Show 2017 – Tante emozioni e qualche domanda sul futuro (con l’opinione di GigiVignando)


Di Maurizio Quarta
Se il Gran Premio di Monza è partito quest’anno da Milano città, con la Milano Drivers Parade in cui diversi piloti del circus erano alla guida di prestigiose auto d’epoca, utilizzate poi anche nel giorno della gara per la classica parata dei piloti, il Monza Rally Show 2017 è partito da Monza città.
Fatto non da poco, se teniamo conto che per molti monzesi l’Autodromo è quasi un qualcosa di remoto ed estraneo che si trova “laggiù” immerso nel Parco.
Come la F1, anche il Rally Show si pone il problema di avvicinare il motorismo sportivo alla gente, sull’onda di quanto, ormai da anni, viene fatto in USA (es.Daytona, Indianapolis) in accordo con quella che è la cultura americana dello spettacolo. Obiettivo sono soprattutto le nuove generazioni, i Millennial su tutti, che a priori sembrano molto lontane dai richiami da questi mondi, sia per un diverso atteggiamento nei confronti dell’automobile (da traguardo a semplice strumento di consumo da pagare solo quando e per quanto serve), sia per un problema di “identificazione” con le star (che ad esempio non esiste per il calcio).

Gli organizzatori hanno dato il via alla manifestazione nella centralissima piazza antistante il Municipio, dopo che le vetture hanno percorso il centro storico a velocità ridotta (anche se qualcuno, in prossimità dell’Arengario, qualche sgommata in accelerazione ha tentato di farla): vie del centro strapiene quindi di appassionati per veder passare, molto da vicino, i protagonisti del Rally Show, ma soprattutto, se proprio non solo, Valentino Rossi e la sua Ford Fiesta numero 46.

E anche quest’anno Rossi ha tenuto banco.
In primo luogo, vincendo una competizione quanto mai intensa e serrata, come raramente si era visto negli anni scorsi. In estrema sintesi: penalità inflitta a Rossi; Mikkelsen-Neuville che terminano la competizione con la vettura sensibilmente danneggiata; testa della gara a Bonanomi, che proprio nell’ultima tappa commette un errore che gli costa quei dieci secondi che lo relegano al terzo posto a soli 8.4 secondi da Rossi, mentre il team Hyunday termina al secondo posto a poco meno di 6 secondi dal vincitore.

Anche nel fuoripista Rossi ha tenuto banco, con l’ormai annosa questione legata alla dipendenza cronica del Rally Show dalla presenza del pilota di Tavullia
Abbiamo girato la domanda ad uno che Monza la conosce bene, essendo la “voce” di tutte le principali manifestazioni agonistiche: parliamo di Gigi Vignando, speaker ufficiale dell’Autodromo, che abbiamo intervistato nella sua postazione posta proprio sopra la corsia dei box.

Rally Show: troppa Rossi-dipendenza?
La risposta di Vignando: “Inizio con dire che non credo che Rossi abbia in mente di lasciare il Rally di Monza: almeno fino a quando sarà pilota della MotoGP, io credo che lui ci sarà. Poi, se a fine carriera si darà alla velocità/rally, allora le cose potrebbero cambiare e Monza potrebbe non essere più una “priorità di fine stagione”
Valentino a Monza è sempre stato coccolato e l’unico anno nel quale non è stato pienamente soddisfatto nelle sue richieste è stato proprio quello appena trascorso, perché lui voleva correre con le plus 2017 ma non lo hanno accontentato per mancanza di macchine disponibili e per gli alti costi di gestione. Forse questo lo ha un pò contrariato.
Sono 20 anni che Valentino prende parte al Rally ed è vero che poco è stato fatto per rendere la manifestazione meno Rossi-dipendente, ma con un nome di quel calibro diventa difficile fare diversamente. Anche lo sponsor principale è legato al suo nome.
Ridurre la Rossi dipendenza è possibile, credo, trasformando la manifestazione da sportiva in uno Show allo stato puro: far concludere il Rally il sabato sera; dedicare la domenica al Master-Show con i piloti delle vetture meno spettacolari di scena al mattino mentre i “campioni” si sfidano in più round nel pomeriggio, su una pista studiata per i campioni! E nei momenti di pausa si seleziona tra i pubblico coloro che salgono a fianco dei drifter ….ma è solamente un’idea”.

Personalmente, ci sentiamo di sottoscrivere: giriamo la domanda agli appassionati e agli organizzatori. Vedremo …

Foto: Maurizio Quarta