Motor Legend Festival a Imola – novità nel panorama motoristico italiano


Maurizio Quarta

E’ stato ufficialmente presentato il Motor Legend Festival che si terrà a Imola dal 20 al 22 aprile prossimi, coraggiosa iniziativa imprenditoriale in un contesto oggettivamente un po’ asfittico come quello italiano degli ultimi anni.

Si tratta di una tre giorni dall’intenso contenuto rievocativo e agonistico, come si può facilmente desumere dal programma già disponibile su www.motorlegendfestival.com

Il team che ha creduto nell’idea fino a portarla alla sua fase realizzativa è composto da personaggi che uniscono alla grande passione una ancor più grande competenza e savoir faire nel mondo del motorsport.
Abbiamo colto dalle loro parole gli elementi caratterizzanti della manifestazione.

Partiamo da Guido Schittone, nome, volto e voce nota agli appassionati, che cura ovviamente gli aspetti comunicazionali: assai calzante ed esplicativa la sua definizione di evento “matrioska”, a sottolineare il fatto che, come nelle omonime bamboline di legno russe, “apri un evento e ne trovi tanti altri”.
Evento che si compone di momenti STATICI e DINAMICI e che soprattutto vuole dare una scossa alla cultura italiana del motorsport, fortemente concentrata sull’oggi e molto poco sul “passato prossimo”. Soprattutto, è stata evidenziata la necessità di prestare attenzione a quel pubblico giovane, che oggi pare poco interessato al mondo dei motori, a partire dalla F1.
Non si vuole scimmiottare la mitica Goodwood, oggettivamente inarrivabile per un buon numero di anni, quanto trovare una via italiana che con costanza e dedizione arrivi a creare qualcosa di duraturo e costante nel tempo.

Il management: Vito Piarulli e Andrea Gallignani.

Piarulli: “coronato un sogno dopo quindici anni”, ovvero i quindici anni trascorsi dalla creazione e dal lancio di Rally Legend sulle strade della Repubblica di San Marino, per il quale è noto al grande pubblico dei rallisti. Senza dimenticare l’organizzazione del Bettega Legend Show al Motorshow di Bologna. Prima di ciò la sua “formazione culturale” al motorsport: Autosprint la sua bibbia, Imola la prima pista, quasi di casa, MV Agusta la prima moto.
E a sottolineare l’obiettivo di fare cultura, ecco il coinvolgimento di tanti attori della Motor Valley emiliano-romagnola con diversi ruoli: da Dallara a Lamborghini a Pagani a Ferrari.
Evidenzia in particolare tre aspetti significativi: la coincidenza con il 50° di Martini Racing, la presenza delle Ferrari FXX (definita entusiastica l’adesione di Ferrari Clienti al progetto) e ben cinque gare inserite nel programma Masters Historic Racing (di fatto il campionato mondiale delle storiche riconosciuto ufficialmente dalla FIA).

Andrea Galllignani lega il suo nome alla mitica Scuderia Everest, con anche Giancarlo Minardi, e alle sue attività nell’automobilismo e motociclismo storico.
A coronamento del team, tre testimonial provenienti dal “passato prossimo” del motorismo non solo italiano, ma mondiale.

Giacomo Agostini, che avrà modo di ritrovare il rivale Phil Read con il quale non è mai intercorsa grande simpatia, oltre a Freddie Spencer e ad un altro nome a sorpresa che verrà rivelato a ridosso dell’evento. Agostini ha sottolineato come gli capiti spesso di partecipare a eventi simili all’estero, ma raramente in Italia.

Riccardo Patrese, ultimo italiano a vincere il GP di San Marino e che con Imola ha avuto un rapporto ambivalente, dall’applauso di scherno per l’uscita alle Acque Minerali del 1983 che favorì Ferrari all’applauso di ammirazione per la vittoria con Williams nel 1990.

Da ultimo, uno che dagli anni ’60 non ha mai smesso di correre: Arturo Merzario.
Merzario ha ribadito la determinazione a non imitare modelli stranieri (Goodwood su tutti) e soprattutto a far avvicinare le famiglie al mondo del motorsport, cosa che oggi riesce molto bene alle Superbike e molto poco alla F1.
Anche Merzario ritroverà un pilota per il quale all’epoca non godeva di grande simpatia, ovvero Jackie Ickx. Con un rimarcata enfasi, ricorda infatti l’episodio in cui rallentò deliberatamente all’ultimo giro della 24 Ore di Spa, lasciando passare l’altra Alfa Romeo (e non danneggiando quindi la squadra), pur di non consentire al suo coequipier belga di vincere la sua quinta 24 Ore e quindi di superarlo come numero di vittorie. La sua spiegazione: “era un fighino …”.
Motorismo d’altri tempi, da passato prossimo …