Negoziare con Bernie Ecclestone: conversazione con Federico Bendinelli

pitpass - Negotiating with Bernie..

Nel corso del fine settimana del Gran Premio di Monza, ho avuto l’opportunità di parlare con Federico Bendinelli, personaggio chiave della SIAS (Societa Incremento Automobilismo e Sport) che gestisce il circuito per quanto concerne gli aspetti operativi del Gran Premio e che soprattutto opera nel Circus, in ruoli di primo piano, da 35 anni…

Parlare con Bendinelli, alla luce dei ruoli manageriali di spicco ricoperti, prima a Imola e ora a Monza, ci fornisce un punto di vista unico, da dietro le quinte, del sottile intreccio tra eventi sportivi di alto livello e politica e di come un buon manager può effettivamente usare la politica per raggiungere grandi risultati.

L’esperienza di Bendinelli in F1 è cominciata nel 1978 a Imola, giusto in tempo per trattare con Bernie Ecclestone il primo contratto come circuito ospitante il GP italiano nel 1980.
Bendinelli, che all’epoca era Amministratore Delegato della SAGIS, la società controllata da ACI Bologna che gestiva il circuito, ricorda che a quel tempo l’organizzazione di Ecclestone era piuttosto semplice; solo Ecclestone non è cambiato, con il suo tratto distintivo di essere dieci anni avanti rispetto agli altri.

Era un periodo abbastanza complicato per il GP italiano: da un lato, Imola aveva un contratto pluriennale, mentre dall’altro erano aperte lunghe e continue discussioni tra ACI Italia e il circuito di Monza al fine di avere un’alternanza tra i due circuiti.
La nascita del GP di San Marino fu quasi casuale; a seguito di primi colloqui tra Enzo Zafferoni e Beppe Muscioni di San Marino, ci fu un incontro con Enzo Ferrari a Modena, dove si trovavano gli uffici del vecchio team, che a sua volta parlò con Ecclestone, ottenendo la sua approvazione e dando vita ad una collaborazione di 26 anni, terminata nel 2006.

Il progetto aveva il completo supporto del comune di Imola sin dall’inizio e durante il periodo, Bendinelli ricorda che il Sindaco di Imola andò con lui a Londra e dichiarare apertamente il suo supporto.
Ovviamente l’anno peggiore fu il 1994, con il tragico weekend che vide la morte di Ayrton Senna e Roland Ratzenberger, che seguirono il tremendo incidente dRubens Barrichello il venerdi.
Bendinelli ricorda ancora un episodio ironico dopo l’incidente di Barrichello:
“Andai al centro medico e dopo avermi detto “è tutto OK”, il capo del centro aggiunse: “per quest’anno abbiamo già dato abbastanza”.
Durante la veglia per la morte di Senna, Bendinelli fu riconoscente a Frank Williams, il quale espressamente disse che il circuito non aveva responsabilità per l’incidente, e che la causa era meccanica.

“Gestire un circuito, e in particolare uno che ospita un GP di F1, è come gestire un’azienda complessa, in cui lo sport è solo una parte del problema”.
Un Gran Premio è come miele per gli orsi per i politici in genere. Il punto chiave per un manager è trovare un buon compromesso, una sorta di entente cordiale con questo mondo.
La formula Bendinelli ha funzionato per molti anni, fino a che, a seguito di cambiamenti in seno all’amministrazione locale, la parte pubblica volle assumere un ruolo più ampio nella gestione del tracciato e dell’evento, per il quale era forse necessaria una specifica esperienza manageriale.

Seguirono anni di beghe politiche e legali, con elezioni e nomine contestate in ACI Bologna e con Bendinelli in seguito formalmente re-insediato nel suo ruolo nel 2003 (di fatto nel 2004).

Secondo Bendinelli nel corso del periodo 2001-2003 la situazione a Imola si deteriorò significativamente.
I contratti in essere con Bernie Ecclestone e con Allsport erano stati gestiti male, mentre il contratto tra SAGIS Comune di Imola era stato modificato.
Ecclestone richiedeva cambiamenti strutturali al percorso, in particolare per le strutture di servizio.

Quando Bendinelli si reinsediò nel 2004, ricevette 10 milioni di euro dal governo nazionale per finanziare i lavori; ma “sfortunatamente il soldi andarono al comune…”

A parte i vari ultimatum lanciati da Ecclestone, i nuovi regolamenti anti-tabacco resero la situazione ancora più complicata.
Bendinelli si impegnò duramente per ottenere una speciale deroga nazionale, che nei fatti venne concessa dall’allora governo Berlusconi, ma che fu poi revocata dal governo successivo.
A fronte di un messaggio al circuito che nell’agosto del 2006 non avrebbe potuto essere più chiaro: niente tabacco, niente Gran Premio.

Quando, durante i mesi finali del 2006, fu chiaro che i lavori richiesti da Ecclestone non sarebbero stati completati in tempo, il destino del Gran Premio di Imola era ormai segnato.
Per ironia della sorte, i lavori terminarono nell’autunno del 2007, solo alcuni mesi dopo la data stabilita per la gara.

Bendinelli si dimise nel 2006.
Nel 2012 inizia l’esperienza Monza: viene scelto da ACI Milano come Managing Director di SIAS, e successivamente designato a Monza.

A fronte di una situazione critica – “molta confusione, e il bisogno di lavori sostanziali per parte delle strutture” – la sua agenda è chiara: occorre ridisegnare l’organizzazione, renderla più efficiente, stabilire nuove regole e maggiore trasparenza (con Bendinelli la SIAS inizia a usare bandi di gara).

E’ quasi una rivoluzione copernicana per un’organizzazione abituata ad avere un Gran Premio, vera gallina dalle uova d’oro in in grado di riequilibrare i conti al termine di ogni anno.
Forse era pretendere troppo, forse il suo ruolo era troppo ingombrante e il suo stile troppo “aziendale”: dopo soli quattro mesi Bendinelli assume il ruolo operativo che ricopre ancora oggi, lasciando ad ACI Milano il compito di riprendere il controllo della sua controllata.
Rimangono ancora aperte molte difficili questioni per SIAS. Prima è il rinnovo del contratto per il Gran Premio. Oltre agli aspetti economici,
per Bendinelli una cosa è chiara: la politica e i politici devono agire e non solo parlare e rilasciare dichiarazioni ad effetto per difendere il GP, come è successo nei giorni precedenti il GP.
Egli è molto schietto nel dire: “Noi non possiamo essere come l’ultimo soldato Giapponese nella foresta!”
Nel corso degli anni Ecclestone è stato molto intelligente nell’alzare il suo livello di interfaccia; oggi lui discute con i governi, non importa se locali (come in Spagna) o nazionali; in questo mondo non c’è ormai più spazio per promotori privati, a meno che non siano pieni di soldi (come nel caso degli Stati uniti). “Questo tipo di eventi sportivi, oggi si possono realizzare solo con il finanziamento pubblico,” afferma.

Altre questioni aperte: come riportare a Monza WTCC e la Superbike?
Il WTCC è sempre stato un evento in perdita per l’ autodromo, quindi
l’organizzatore non è disponibile a sostenere i costi del circuito.
Con SBK la situazione è un po’ più complessa: Dorna non transige sulla questione sicurezza, che nella loro visione implica pesanti ristrutturazioni e modifiche di alcune parti del circuito, in particolare prima e seconda chicane e Parabolica.
La sfida è formidabile ma Bendinelli è convinto che con l’entusiasmo, la voglia di rinnovamento, la gran capacità di lavoro e la buona volontà del nuovo team – Ivan Capelli, nuovo presidente ACI Milano e Andrea Dell’Orto nuovo presidente SIAS – si possa essere sulla strada giusta.
Se li lasceranno lavorare, aggiungiamo noi!

Maurizio Quarta