La gara della MotoGP™ in Qatar è stata memorabile per tanti motivi. Assolutamente memorabile. Forse non per i tifosi spagnoli…
A Losail abbiamo assistito ad una nuova ed entusiasmante battaglia in Moto3™ vinta da Alexis Masbou per pochissimi centimetri sulla linea del traguardo. Anche la prima vittoria di Jonas Folger nella Moto2™ è stata rocambolesca, per certi versi, seguita da quella della MotoGP ™ che ha siglato la vittoria numero 109 della carriera di Valentino Rossi che il pilota stesso ha definito come una delle sue battaglie più belle.
Dall’altra parte c’è però una Nazione per la quale il mondiale non è iniziato come sperava, abituato a riscuotere sempre grandi successi nel Campionato del Mondo. Per la prima volta dal Gran Premio di Cina a Shanghai quasi dieci anni fa, nessuno spagnolo è salito sui nove gradini del podio nelle tre classi.
Anzi, bisogno tornare indietro alla stagione 2003 per non trovare uno spagnolo sul podio nella gara di apertura della stagione. Nessuno infatti poteva prevedere che il Qatar avrebbe avuto un simile epilogo e che almeno uno fra Marc Marquez, Jorge Lorenzo e Dani Pedrosa avrebbe regalato una gioia alla Spagna.
Cominciamo dal Campione del Mondo …
Il suo tentativo di conquistare la ventesima vittoria nella classe regina è durato appena 15 secondi: il tempo per Marquez di evitare una collisione alla prima curva e andare largo, ritrovandosi in un attimo ultimo e iniziando una rimonta fatta di 20 sorpassi.
La caccia ai primi quattro piloti era infatti già arduo compito, stavolta anche per Marquez. La sua impressionante rimonta lunga tutta la corsa ha usurato eccessivamente la gomma posteriore, rischiando di cadere a tre giri dalla fine. Undici punti per il 5º posto finale sono sicuramente meglio di niente.
Tale tattica ha mostrato per la prima volta un volto diverso di Marquez. In passato, avrebbe tentato di andare a prendere il gruppo di testa senza preoccuparsi troppo di finire nella ghiaia. Sono le sue parole, non le mie.
Marquez ha ora una visione diversa del Campionato, più ampia. Il suo manager Emilio Alzamora mi ha detto durante i test invernali che la chiave per conquistare il terzo titolo consecutivo è accettare che a volte, un secondo o un terzo posto o anche uno peggiore, è sufficiente. In Qatar è stato difficile da accettare, ha ammesso lo stesso Márquez, ma almeno ha limitato i danni per il suo errore.
Se Marquez è stato causa del suo stesso male, Lorenzo ha dovuto rinunciare alla vittoria per una strana circostanza.
Il maiorchino della Yamaha sembrava a suo agio in testa alla corsa, quando improvvisamente ha cominciato a perdere terreno. Dopo aver lamentano problemi di grip per tutto il weekend, era facile supporre che stava diventando difficile per lui tenere quel passo con lo pneumatico posteriore.
Nessuno poteva immaginare il vero problema … non riusciva a vedere bene!
A quanto pare, alcune parti interne del suo casco HJC si sono staccate, ostruendogli la visuale. In effetti, successive immagini mostrato chiaramente come il suo campo visivo era molto limitato: un gran risultato finire il più vicino possibile ai ragazzi sul podio.
Quest’anno la Yamaha a stagione il marchio giapponese festeggia il suo 60° anniversario; quale maniera migliore per iniziare la stagione MotoGP se non con una doppietta dei suoi piloti? Lin Jarvis ha commentato a fine gara: “Ducati ha il mio rispetto, ma la doppietta era lì a portata di mano…”
L’incoveniente di Lorenzo è comunque poca cosa rispetto ai problemi del suo rivale del team Repsol Honda, Dani Pedrosa. Un casco infatti può essere riparato o sostituito, ma fare lo stesso con un arto non è così semplice.
Dopo le brillanti prove libere e l’ottimo secondo posto in griglia davanti al suo compagno di squadra, era difficile immaginarsi che il dolore all’avambraccio stava alla base del suo sesto posto.
Nella sua dichiarazione post-gara, il pilota ha confessato di soffrire da oltre 1 anno di questo male e di aver cercato in tutto i modi di risolvere questo problema cronico che limita le sue performance.
Cosa succederà adesso a Pedrosa?
La sua presenza alla prossima gara ad Austin è ad alto rischio. Il Circuito delle Americhe ha diversi punti di frenata e prevede inoltre rapidi cambi di direzione che accentuerebbero il dolore.
Alcuni iniziano a credere che il pilota si ritirerà, ma lui stesso ha detto che HRC era informata di tutto e che nei prossimi giorni verrà presa una decisione, in merito a un’eventuale operazione (cui forse avrebbe potuto sottoporsi nella pre-season).
Pedrosa è stato spesso vittima delle circostanze. Era leader provvisorio della classifica nelle stagioni 2008 e 2013 quando un infortunio (occorso in entrambe le occasioni al Sachsenring) lo lasciò fuori dalla lotta per il titolo. Senza contare la frattura alla clavicola sinistra, a seguito di un contatto con Marco Simoncelli a Le Mans nel 2011.
Pedrosa quindi non è nuovo agli infortuni, dai quali ha saputo sempre riprendersi. Ma stavolta è lecito chiedersi se quest’ultimo stop potrebbe esser più grande della sua determinazione o se, nel caso tornasse, sarebbe ancora in grado di correre ad alti livelli.
Le moderne MotoGP sono fisicamente più impegnative che mai: 158 kg e per 270 CV. In Qatar, Pedrosa & Co. all’ingresso della prima curva passavano da 350 km/h a 95 km/h. Vale a dire, 255 chilometri all’ora … in meno di 200 metri!
La forza fisica necessaria per questa manovra è incomprensibile ai comuni mortali come me. Il fatto che il pilota della Honda abbia chiuso al sesto posto la gara in Qatar non è solo una prova del suo talento, ma anche della sua determinazione ad inseguire il successo anche nelle circostanze più avverse.
Pedrosa ha sempre vinto almeno una gara ogni stagione. Tuttavia, il titolo della MotoGP™ è ancora un argomento taboo per lui, nonostante sia stato vice-campione in tre occasioni. Ha già dimostrato di essere uno dei piloti più veloci dell’epoca moderna, scoprendo però che non sempre la fortuna aiuta gli audaci.
Fonte: motogp.com