I costruttori divisi tra WEC e Formula 1


Di Massimo Campi – Immagini Suissemotorsport Michele Mereghetti ©
©Raul Zacchè/Actualfoto
La vittoria della Ferrari alla 24 Ore di Le Mans, un pubblico da record a Spa e Monza. Un campionato che vede la lotta tra due costruttori, Toyota e Ferrari, e tanti altri marchi nella serie e pronti ad entrare nelle gare di durata. Lotte, sorpassi, gare tirate, belle macchine, pit stop comprensibili, piloti disposti ad incontrare il pubblico nel pit walk, è questa in sintesi l’immagine del WEC, mentre dall’altra parte, quella delle monoposto, vince sempre lo stesso pilota con una macchina costruita da una ditta che fa le bibite. I sorpassi sono quasi elusivamente ai box, se si vuole sorpassare si deve usare il DRS, un artificio tecnico. Le gare si disputano su circuiti spesso improbabili, con piloti sempre distanti dal pubblico e sempre meno appeal per il pubblico sugli spalti a favore di quello televisivo. Poi parliamo dei piloti: ad esclusione di pochissimi la loro immagine è quella di ragazzini senza nessun appeal al di fuori delle vittoria e per parlare di loro bisogna attaccarsi a qualche piccola ingigantita, al nuovo tatuaggio o al vestito indossato per entrare ai box.
Il confronto sta iniziando a farsi serrato tra le due categorie, con sempre più costruttori che stanno guardando con attenzione al WEC, dove conta la macchina, il marchio che aumenta il suo brand a discapito dell’immagine dello stesso pilota che continua a vincere con una macchina che non esiste sul mercato.
Dopo essere caduto in una sorta di baratro tre anni fa, il Campionato del Mondo di durata per prototipi, sembrava essere giunto alla sua conclusione con la sola Toyota rimasta a vincere le gare. Da allora sono stati rivisti i regolamenti, il WEC ha saputo risorgere ed è entrato in una nuova fase di grande rilancio e di notorietà mondiale. Alla fase attuale sono ben sette i marchi presenti nella classe top con le loro Hypercar e Le Mans Daytona Hybrid, ovvero Cadillac, Ferrari, Glickenhaus, Peugeot, Porsche, Toyota, Vanwall, a cui si aggiungeranno il prossimo anno Alpine, BMW, Lamborghini ed Isotta Fraschini, mentre l’Alfa Romeo sta a guardare pronta ad abbandonare le monoposto per i prototipi.
Oltre alla classe maggiore le sfide per il prossimo anno saranno anche con le Granturismo, con Ferrari, Porsche, Lamborghini, BMW, Mercedes, Audi, McLaren, Aston Martin, ed altri prestigiori costruttori di supercar pronti a sfidarsi per conquistare il titolo mondiale della futura categoria, con immancabili riscontri nella vendita delle vetture del marchio.
Il campionato è molto equilibrato in pista, con prestazioni regolamentate da Balance of Performance, che non piace a molta gente, ma rappresenta il male minore per equiparare le vetture e non fare monomarca come succede da anni nelle monoposto dove viene imposto il tipo di motore, la parte elettrica e l’aerodinamica sempre più contingentata.
Questo rinnovato interesse per i costruttori verso le gare di durata sta creando uno spostamento di interesse con molti appassionati che stanno riscoprendo il fascino dei prototipi ed il sapere vincere da parte di un marchio e non per merito di un pilota imposto sin dall’inizio delle serie. Per il futuro vedremo come si evolverà questa disputa e se il WEC riuscirà a rinverdire i fasti degli anni ’60 e ’70 del secolo scorso, quando le gare di durata ed i prototipi erano il vero simbolo delle corse, mentre le monoposto venivano considerate solo la serie B delle competizioni.
Poi è arrivata la televisione e quel genio di Bernie Ecclestone che ha saputo creare un interesse verso la Formula 1, allora in mano ai piccoli costruttori, a discapito dei prototipi in cui lottavano i grandi marchi come Ferrari, Ford e Porsche.
L’immagine del WEC attuale è quella di una serie gestita da gente professionale con un occhio attento alle prestazioni ed allo spettacolo, ma anche ai costi, mentre la Formula 1, che dovrebbe rappresentare il massimo della tecnica sembra un monomarca gestito solo da interessi politici e da una serie di farraginose regole spesso incomprensibili al grande pubblico.
La dimostrazione del livello di interesse dei prototipi si è ancora una volta manifestato con la edizione n.100 della 24 Ore di Le Mans, con un pubblico da record. Ma anche alla Le Mans Classic, pochi giorni dopo, si è assistito ad uno spettacolo unico con oltre 700 vetture in pista ed un pubblico da record che avrebbe fatto invidia a molti Gran Premi di Formula 1.
Insomma, ben tornati i prototipi con la speranza che la FIA, con i suoi giochetti politici, non trovi il modo di ammazzare anche questa categoria!