Monaco Historique: il rapporto difficile tra Ferrari e Montecarlo …

Solito grande entusiasmo per l’”anteprima” storica sul circuito della F1 di Monaco

Testo e foto di Maurizio Quarta

Galleria di Michele Mereghetti

Si è svolta nei giorni scorsi la tredicesima edizione del Grand Prix Monaco Historique, una manifestazione nata nel 1997 per le celebrazioni dei 700 anni del casato dei Grimaldi, per poi divenire un appuntamento stabile nel calendario dell’ACM (Automobile Club de Monaco) grazie ai grandi e crescenti consensi di pubblico e di stampa riscossi.

La cadenza è biennale, ma, in via del tutto eccezionale, questa edizione si è svolta ad un anno di distanza da quella precedente, che in realtà rappresentava il recupero dell’edizione del 2020 cancellata causa COVID.

 

Con questa edizione si sono voluti anche celebrare due anniversari di grande rilevanza per il motorismo sportivo. Il più noto: i 40 anni dalla scomparsa di Colin Chapman, storico patron della Lotus, presente alla manifestazione con 35 vetture, tra le quali spiccano la Type 18, vincitrice a Monaco nel 1961 con Stirling Moss, la Type 72 con cui Jochen Rindt ed Emerson Fittipaldi vinsero il mondiale di Formula 1 nel 1970 e 1972 e la Type 78 prima monoposto ad effetto suolo in F1.

Meno noto, il 70mo anniversario dell‘unico Gran Premio di Monaco non valido per il campionato mondiale e riservato alle vetture della categoria sport biposto e non alle monoposto.

In realtà questo secondo anniversario ne cela un terzo che in pochi ricordano (o vogliono ricordare, specie i ferraristi): il 2 giugno del 1952, infatti, il conte Vittorio Marzotto (cui è intitolata una delle categorie della manifestazione: vedi sotto) vinse la corsa al volante di una 225S spider Vignale iscritta dalla Scuderia della famiglia.

Per la prima ed unica volta nella storia del GP monegasco un pilota italiano coglieva la vittoria alla guida di una Ferrari.

 

Si tratta di un vero e proprio gran premio, anzi, di una serie di gran premi che vedono correre vetture storiche, con un programma di competizioni molto simile a quello del circus di oggi: prove nella giornata di venerdì, qualifiche al sabato e gara la domenica.

 

Con la fondamentale e ovvia differenza, tipica delle kermesse riservate alle vetture d’epoca, della ripartizione in diverse categorie legate al loro periodo di “esercizio”.

Le categorie variano di anno in anno: quest’anno ne sono state previste otto (una in più rispetto all’edizione del 2021), ciascuna legata ad un nome storico delle competizioni automobilistiche.

Quest’anno è stata in fatti inserita la Serie G dedicata ad Ayrton Senna e comprendente le vetture degli anni 1981-85, gli anni in cui il pilota brasiliano ha rivelato tutta la sua classe alla guida della Toleman, proprio sul circuito monegasco.

Le altre serie:

  • Serie A1 Louis Chiron, auto GP ante guerra (pilota monegasco, ignoto ai più, che brillò nel periodo tra le due guerre, correndo per oltre un trentennio) con 20 iscritti
  • Serie A2 Juan Manuel Fangio, auto GP con motore anteriore ante 1961 con 20 iscritti
  • Serie B Graham Hill, auto GP con motore posteriore 1500, F1 e F2 costruite dal 1961 al 1965 con 31 iscritti
  • Serie C Vittorio Marzotto (vedi sopra), auto sportive con motore anteriore dal 1952 al 1957 con 34 iscritti
  • Serie D Jackie Stewart, auto GP F1 dal 1966 al 1972 con 19 iscritti
  • Serie E Niki Lauda, auto GP F1 dal 1973 al 1976 con 26 iscritti
  • Serie F Gilles Villeneuve, auto GP F1 dal 1977 al 1980 con 18 iscritti
  • La già citata Serie G Ayrton Senna, auto GP F1 dal 1981 al 1985 con 20 iscritti

Un totale impressionante di 190 vetture, in forte crescita rispetto alle 166 dell’anno precedente (che però scontava ancora l’onda lunga del COVID).

 

Il pubblico in genere conosce e capisce poco le distinzioni tra le varie classi, salvo afferrarne intuitivamente e visivamente le differenze: in tantissimi vengono in realtà per vedere soprattutto le auto delle ultime tre categorie, in gare spesso serrate e combattute e soprattutto sullo stesso circuito dove fra pochi giorni correrà la F1 di oggi. Gli italiani accorrono sempre numerosissimi.

Soprattutto, il pubblico percepisce che si tratta di gare vere, e non di una delle solite parate in circuito, come testimoniano le toccate in pista, gli urti contro i guard rail e i frequenti controsterzo per domare i tanti cavalli sulle strette strade del Principato.

Moltissime come sempre le marche di vetture presenti che i più esperti si sono divertiti a tentare di identificare: dai nomi meno noti al grande pubblico nelle Serie A, B, C (es. Riley, Amilcar, ERA. Bugatti) ai più conosciuti delle epoche a noi vicine (Ferrari, Maserati, McLaren, Lotus, Surtees, Cooper-Jaguar, Jaguar, Aston Martin).

 

La foto scelta per la copertina è storica, nel senso che avrebbe tranquillamente potuto essere scattata negli anni ’70: abbiamo una storica Ferrari 312B3 (ex Niki Lauda) e uno storico meccanico motorista del Cavallino di quegli anni, Pietro Corradini, che guarda sconcertato il danno riportato dalla vettura condotta da Charles Leclerc in una girata alla curva della Rascasse.

Corradini, coordinatore tecnico della Scuderia Belle Epoque, esprime appieno i valori del motorsport “storico”: quella “malattia di automobilismo”, come l’ha definita lui stesso in un’intervista, che ancora lo motiva e lo spinge a ridare vita ai motori di un tempo, con il loro inconfondibile rumore (quello che oggi si sente molto poco) e “profumo” dei gas di scarico. Corradini è stato anche colui che ha seguito, a Monza nel 2019 in occasione del GP d’Italia, il giro celebrativo della Ferrari 312T4 guidata da Jody Scheckter che quarant’anni prima sul circuito brianzolo vinse il mondiale arrivando in parata con Gilles Villeneuve.

 

Ovviamente, l’incidente di Leclerc, che ha riportato alla mente quello del 2021 sempre a Monaco, ha finito per cannibalizzare un po’ l’attenzione del pubblico. Non sembra sia stato un errore del pilota, ma di un problema ai freni della vettura, che ha generato il testacoda con tutta le serie di danni ad alettone, cambio e trasmissione.

Evidentemente Monaco non porta granché bene né a Leclerc (è ovviamente tornato alla mente l’incidente occorsogli nel 2021) né alle Ferrari 312 B3 targate Niki Lauda (lo scorso anno, Alesi, mentre era in testa, venne tamponato dalla Lotus di Marco Werner).

Per completezza di informazione, seguono i nomi dei vincitori delle diverse Serie, anche se per lo più sconosciuti al grande pubblico:

Series A1 – Louis Chiron: GILLIES Mark su ERA R3A del 1934

Series A2 – Juan Manuel Fangio: HURTGEN Claudia su FERRARI 246 (DINO) del 1960

Series B – Graham Hill: COLASACCO Joseph su FERRARI 1512 del 1964

Series C – Vittorio Marzotto: WAKEMAN Frederic su  COOPER-JAGUAR T38 (MK2) del 1955

Series D – Jackie Stewart: HALL Stuart su  MCLAREN M19A del 1971

Series E – Niki Lauda: HALL Stuart su Mc LAREN M23 del 1973

Series F – Gilles Villeneuve: LYONS Michael su HESKETH 308E del 1977

Series G – Ayrton Senna: WERNER Marco su LOTUS 87B del 1982.